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"La ninfa oscura" non è soltanto un fantasy ma, per molti aspetti, un romanzo di fantascienza distopica caratterizzato da una società fittizia, con scarsa e spesso assente umanità, e da una forte tensione narrativa che spinge il protagonista a lottare per un ideale. Protagonista dai capelli rossi che ricorda il giovane Rosso Malpelo, dell'omonima novella di Giovanni Verga, mal visto dal gruppo sociale d'appartenenza per il colore dei capelli che sembrava contrad-distinguere, secondo alcune credenze, una personalità malvagia. Ma Zarek conserva in sé principi e valori in contrapposizione con la società in cui è costretto a vivere e farsi largo con brutale violenza. È una società asservita a chi vuol governare attraverso forme di potere conquistate con ferocia, con barbarie, con azioni cruente; una società popolata da mostri, non solo fisici, senza alcun valore morale. Quasi un parallelismo con o, più precisamente, una cinica trasposizione di tipologie di società in cui la sete di potere implica distruzione, sottomissione, di certo non libero consenso delle masse ma obbedienza automatica a un potere assoluto, di dominio e di controllo sociale. Potere tuttavia reso legittimo, in larga misura come già delineato dalle forme di legittimazione elaborate dal sociologo Max Weber. Zarek, contrario a rendere oggetto la donna, cede all'erotismo umano bypassando limiti e pregiudizi sulla bellezza femminile ma l'amore non ha una direzione poetica. Non c'è da parte del protagonista un rivolgersi all'amore bensì il soddisfacimento di pulsioni sessuali e istinti naturali per cui l'atto non è amore puro ma accoppiamento fine a se stesso. Non c'è movimento di energie interiori né celebrazione dell'amore, quindi non effusioni sentimentali ed emozioni; l'amore idilliaco non esiste. "La ninfa oscura" è un romanzo da leggere e capire oltre le parole e il loro livello semantico, oltre gli scenari sanguinosi, oltre l'erotismo (anche delle illustrazioni, di Chiara Romagnoli).